IN QUESTO NUMERO
Apre il primo numero la riflessione di Leopoldo Elia sul referendum che fa luce sulla necessità di un largo consenso riguardo a qualsiasi modifica costituzionale. L'obbiettivo del contributo di Tania Groppi è poi quello di sintetizzare i caratteri essenziali dei diversi modelli politici nei quali il concetto non univoco di “federalismo” si è concretizzato. Beniamino Lapadula, Giuseppe Tognon e Renato Balduzzi si concentrano invece sugli effetti della
devolution nei vari settori della vita pubblica del Paese.
Lo sguardo di “Cosmopolis” si apre sugli scenari della globalizzazione grazie alla seconda sezione, che focalizza l'attenzione sui quesiti posti dalla difficile condizione dei paesi più poveri (attraverso le considerazioni di Alberto Castagnola), e, più specificamente, dalla situazione dell'Africa, trattata da Serge Latouche. La gestione dei processi di globalizzazione è una delle necessità alla base delle proposte di riforma dell'ONU, illustrate da Daniele Archibugi e Raffaele Marchetti. Il tentativo di coordinare le esigenze di attori internazionali così diversi richiede anche strumenti giuridici e in primo luogo lo sviluppo delle risorse del diritto internazionale, le cui vicissitudini nel corso della storia sono richiamate da Attila Tanzi. Infine Gianluca Carmosino espone le strategie per la realizzazione di rapporti internazionali più equi che i movimenti cosiddetti “no o new-global” propongono e mettono concretamente in atto a partire dalle realtà locali di tutto il mondo.
Nella sezione “Americhe” confluiscono contributi dedicati all'analisi dei diversi “volti” del continente americano. La complessa storia della discriminazione razziale negli Stati Uniti viene qui ricapitolata da Aaron Thomas, che sottolinea come il disconoscimento e il disprezzo nei confronti degli appartenenti alle comunità afro-americane costituiscano ancora oggi un ostacolo enorme all'inclusione di una larga parte della popolazione nei processi democratici del suo Paese. Quanto alla situazione politica degli Stati dell'America del Sud, Patricia Mayorga evidenzia le sfide che la nuova presidente Michelle Bachelet dovrà affrontare in Cile, mentre Gina de Azevedo Marques individua le divergenze all'interno dell'opinione pubblica brasiliana, chiamata ormai a compiere un bilancio dell'operato del Governo Lula. Chiude questa sezione il dialogo tra Edoardo Bruno e Daniele Dottorini, relativo alle modalità delle quali l'industria cinematografica americana si serve per dare forma, mediante le immagini, a un nemico sfuggente e difficilmente identificabile.
Alle questioni identitarie, centrali nell'impostazione di “Cosmopolis”, è dedicata la quarta parte di questo numero. Con il suo contributo Giuliano Amato sostiene la necessità di riflettere sui valori in grado di dare forma a un'etica pubblica europea, al di là degli accordi politici puramente procedurali. Di identità sociale e politica dell'Unione Europea si occupa anche Domenico Jervolino, che pone l'accento sul ruolo del nostro continente nella mediazione e nella paziente negoziazione dei conflitti internazionali. Rosanna Camerlingo, con il suo contributo, sposta l'attenzione sull'
identità occidentale, vista però attraverso gli occhi di quelle culture che occidentali non sono. Maria Chiara Pievatolo analizza, invece, le implicazioni della comunicazione in Rete sul paradigma stesso di identità, in relazione al quale Alberto Pirni traccia alcune considerazioni filosofiche di fondo. Infine, Andrea Fioravanti si sofferma sui procedimenti di costruzione e de-costruzione dell'identità nel cinema di David Lynch.
Il numero propone, infine, uno spazio dedicato alle manifestazioni dell'arte nel mondo globale. Nuri Kaya spiega in quale modo la recente mostra sull'opera di Picasso a Istanbul assuma una rilevanza allo stesso tempo politica e culturale, in relazione al processo di integrazione della Turchia nell'Unione Europea. Stefano Ragni e Guido Alici si occupano invece del complesso rapporto tra la figura del musicista e il contesto sociale nel quale egli si trova a dare voce alla sua arte, attraverso le vicende di Liszt e di Shostakovich. Il percorso del primo numero di “Cosmopolis” ritorna infine all'ineliminabile punto di partenza: la storia e la società del nostro Paese, sul cui sfondo si collocano le opere di Carlo Lizzani e Vittorio De Sica. Al loro contributo all'identità italiana sono dedicati gli interventi di Gualtiero De Santi e Manuel De Sica.