Quando a Papa Benedetto XVI è stato impedito di pronunciare la prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Roma si è immediatamente acceso sui mezzi di comunicazione un dibattito tanto accentuato nei toni quanto rapidamente esauritosi in un breve periodo di tempo. Come già accaduto per altri fenomeni, l’impatto mediatico ha finito per consumare rapidamente implicazioni, contenuti, conseguenze di quell’evento. L’obiettivo di questo numero speciale di “Cosmopolis” è di ripartire da quanto accaduto per meditarne in maniera ponderata il significato, lasciando spazio ad una riflessione della quale presentiamo le prime proposte e che intendiamo far proseguire mantenendo aperta questa sezione della rivista in modo da ospitare auspicabili futuri interventi, in parte già annunciati.
La convinzione di fondo che ci spinge a questo è che il fatto in questione, al di là delle contingenze che lo hanno determinato, assume un significato molto più vasto se collocato nell’ambito di un tentativo di confronto sulla qualità e sulla tenuta di alcuni principi fondamentali della convivenza democratica in Italia, primo fra tutti il cruciale quanto controverso problema del ruolo della religione nella sfera pubblica e quindi, inevitabilmente, anche la saliente questione del dialogo e della tolleranza tra quelli che Jürgen Habermas definisce “cittadini religiosamente sensibili” e cittadini che non lo sono. D’altra parte è vero che l’insieme dei nodi problematici che a partire da qui si intrecciano vanno molto oltre le relazioni tra credenti e non credenti e investono la capacità di mantenere coerenza, nell’ambito della società italiana, con i principi fondamentali sanciti nella nostra Carta costituzionale. Questo forum aperto continuerà quindi a rimanere tale poiché crediamo che quella che stiamo attualmente vivendo è una profonda crisi della tenuta delle basi morali della convivenza civile e perché riteniamo che questa circostanza chiami fortemente uomini e donne impegnate nella cultura ad un confronto non ideologico ma disponibile all’ascolto delle varie posizioni in campo e animato dalla consapevolezza dell’urgenza di superare quella che non è esagerato definire la vera e propria emergenza di analfabetismo civile che grava, in vari modi e su vari piani, sulla società italiana.